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In tanti continuano a credere a favole, presunte verità, complotti nascosti e altre amenità che hanno il solo effetto di allontanarci dalla reale soluzione dei problemi.
di Sandro Angiolini 24 dicembre 2023 “Caro Babbo Natale, non so se e quanto sono stato buono quest’anno, che come sai è stato molto difficile per chi ha a cuore la tutela della natura, ma ti prego, esaudisci questo mio unico e grande desiderio: fa’ che nel mondo si smettano di propagare le fake news (leggi notizie false) sull’ambiente, e non solo su di esso”.
Ecco, questa sarebbe stata la lettera che avrei voluto scrivere a Babbo Natale. Che probabilmente non esiste, eppure in tanti ci credono.
Così come in tanti continuano a credere a favole, presunte verità, complotti nascosti e altre amenità che hanno il solo effetto di allontanarci dalla consapevolezza e soprattutto dall’azione per migliorare l’ambiente attorno a noi e nel mondo.
Un buon esempio di come controbattere queste fake news su un problema a carattere localizzato è fornito da un sito del WWF che vi invito a leggere (wwf.it/pandanews/ambiente/10-fake-news-sullalluvione-in-emilia-romagna/).
Risulta più difficile farlo a proposito di temi più complessi, come nel caso del cambiamento climatico.
Qui è interessante secondo me notare alcune cose, in buona parte comuni al fenomeno delle fake news anche per altri settori:
1) si tende in primo luogo a screditare l’opinione scientifica, come se fosse tutta venduta ai “Poteri forti”.
Ora, io non posso mettere la mano sul fuoco sull’onestà di tutti gli scienziati che si esprimono su un determinato problema ma in linea di massima tendo a fidarmi più di chi ha studiato un fenomeno per decenni e con i migliori strumenti e metodi a disposizione piuttosto che di un dilettante.
E per controllare l’opinione di tutti gli scienziati del mondo ci vorrebbe una mano davvero molto potente e paziente;
2)
si tollera l’opinione generale sul problema del cambiamento climatico ma si individua in una voce dissidente la verità alternativa. Esempio:
“Perché il tale autorevole scienziato non viene ascoltato?”.
Qui occorre tenere presenti almeno due cose: – spesso “l’autorevole scienziato” non lo è nella materia specifica di cui si discute:
uno può essere un Nobel in Fisica o in Chimica ma la Climatologia (così come molte altre scienze applicate) ha le sue particolarità e queste sono spesso essenziali per individuare cause e soluzioni di un problema;
– uno può anche avere la sua rispettabile opinione ma se il 98% degli altri scienziati la pensa in un certo modo (come fanno da decenni le centinaia di scienziati riuniti nell’IPCC che stende i rapporti mondiali sul clima), io preferisco fidarmi di loro
. 3)
più in generale le fake news si possono riconoscere perché partono sempre con il botto:
sollevano uno scandalo per cose/fatti oggettivamente di modesta entità; il risultato è che tendiamo a vedere la pagliuzza e dimentichiamo la trave in gioco, allontanandoci così dalla reale soluzione dei problemi.
Inoltre le fake news tendono quasi sempre a passare dalla denuncia del singolo “scandalo” a una conclusione generale; questo è ancora più pericoloso.
Pochi giorni fa in una chat è stato diffuso un post che denunciava come la Regione Emilia-Romagna avesse emanato un bando per mettere a riposo terreni agricoli per 20 anni.
Titolo del post:
“La crisi alimentare che arriverà”.
Conclusione del post:
“tutta la produzione del cibo e il controllo della catena alimentare devono passare nelle mani delle solite multinazionali”.
A parte il fatto che simili contributi sono in funzione dal 1986 in Europa e ancora non mi risulta che da noi sia arrivata la crisi alimentare (anzi, continuiamo a sprecare in media il 30% del cibo che produciamo), il bello è che siamo anche il Paese con più denominazioni d’origine protette, con maggiore diffusione dell’agricoltura Bio, dei prodotti a km Zero e via dicendo.
E soprattutto che quel bando è riservato ad aree scarsamente produttive per farle diventare aree di rifugio per fauna e flora selvatica dentro aree protette.
Capite l’entità e la gravità della disinformazione?
Non so se ci possa pensare Babbo Natale ma intanto cerchiamo di stare più attenti noi quando leggiamo certi proclami.