E fino ad alcuni anni fa il Parco nazionale del Vesuvio presentava una notevole varietà di uccelli rapaci notturni, che negli ultimi anni si sono molto rarefatti.
Moltissimi strigiformi tra cui i rari Barbagianni, vengono per esempio lentamente uccisi dai veleni per topi.
Cibandosi di roditori di fatto ne vengono di conseguenza avvelenati
Per darvi un’idea, considerate che in diverse ricerche scientifiche operate su carcasse ritrovate lungo le strade (impatti con autoveicoli ) si è riscontrato un elevato tasso di veleno nel sangue.
Significa che si tratta di animali già significatamente compromessi a causa del loro possibile avvelenamento derivante, quasi sempre, dall’uso intensivo di pesticidi e rodenticidi, soprattutto in agricoltura.
Questo dato deve far cambiare molte abitudini sbagliate da parte di agricoltori e cittadini, facendogli propendere per metodiche di eliminazione di roditori e insetti infestanti con prodotti non tossici
I rapaci notturni sono, senza dubbio, animali estremamente utili all’ecosistema e alle attività umane, in quanto in grado di svolgere un fon- damentale ruolo di controllo sulle popolazioni di animali dal tasso ri- produttivo estremamente elevato e perciò potenzialmente infestanti, come roditori o vari insetti.
Quindi appartengono alla categoria degli nostri migliori alleati 🤗
Altro enorme problema e’ lo smodato utilizzo di “ fuochi di artificio” nei comuni confinanti col parco nazionale :
tra l’altro senza alcuna regolamento e alcun rispetto dell’ecosistema che si trova intorno a questi comuni.
I fuochi d’artificio sono dannosissimi per la fauna e soprattutto per gli animali notturni che, risultandone spaventati, si allontanano.
Infatti negli ultimi anni si e’ osservata una riduzione enorme della presenza di civette e barbagianni proprio in concomitanza con questo smodato utilizzo di fuochi pirotecnici durante le notti, soprattutto estive
Malgrado le tante denunce di cittadini” -tra l’altro disturbati in orari notturni da questi fuochi- queste non risultano prese in considerazione delle forze dell’ordine né dell’ente Parco, che non mette in atto pratiche repressive( multe) per scoraggiare questo tipo di usanza dannosissima .
Eppure i regolamento di tutti i parchi nazionali non le permetterebbe :
basterebbe applicarlo .
In foto Civetta