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ventinovesima edizione dell’indagine Ecosistema urbano ha incoronato Bolzanocome città più ecosostenibile d’Italia in riferimento ai dati del 2021. L’indagine, pubblicata lo scorso novembre e nata da una collaborazione tra Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, ha analizzato tutti i capoluoghi di provincia e di regione sulla base di diciotto parametri suddivisi in sei indicatori, ciascuno con un proprio peso sul punteggio finale: mobilità (25%), saturazione dell’aria (20%), smaltimento dei rifiuti (20%), utilizzo dell’acqua (15%), ambiente urbano(15%) ed energia (5%). Il punteggio maggiore è stato assegnato a quei parametri che più degli altri possono essere misura dello sforzo degli enti locali. Sulla base di queste misurazioni, ad ogni città è stato poi attribuito un punteggio in percentuale. Oltre all’importanza di spazi verdi in città (come orti
urbani, ad esempio, o “la street art green“), sono molti altri i fattori da tenere in considerazione.
Bolzano, la città più verde d’Italia
Sul podio dei capoluoghi più green troviamo tutte città del nord est. Bolzano, con una scalata dal sesto posto dell’anno scorso, è riuscita a rubare la medaglia d’oro precedentemente nelle mani di Trento, che invece scende un gradino del podio e si posiziona sul secondo. Al terzo posto invece troviamo Belluno. Le altre città della top ten, invece, sono tutte del nord Italia, con l’eccezione di Cosenza, che guadagna il quinto posto. Altri capoluoghi più virtuosi del meridione sono Cagliari, al ventitreesimo posto, e Teramo al trentanovesimo. Arrancano alcune grandi città come Milano, trentottesima, e Roma, ottantottesima.
La città che maggiormente si è avvicinata al punteggio pieno del 100% è stata Bolzano con il suo 79,0%. Il primo posto ha quindi visto un calo di percentuale rispetto alle rilevazioni precedenti, dal momento che l’anno scorso la capofila Trento primeggiava con un punteggio vicino all’85%. Allo stesso tempo però la media di tutti i capoluoghi si è leggermente alzata, passando dal 53,05 al 53,41%. Quest’anno, come prima della pandemia, nessuna città supera l’80%. Superano però il 70% otto capoluoghi contro i sei dell’anno scorso. Se quindi la media si alza leggermente, i picchi alti calano e aumentano i punteggi medio alti, ciò significa che la graduatoria nel suo complesso si sta schiacciando verso la fascia attorno al 70%. La panoramica del report, in ogni caso, non è particolarmente soddisfacente. I cambiamenti delle nostre città non sono al passo con l’urgenza imposta soprattutto dalla crisi climatica e, negli ultimi tempi, anche da quella energetica.
Un fattore di positività, soprattutto nel mezzo della crisi energetica che stiamo vivendo, è rappresentato dall’aumento del fotovoltaico che passa dai 4,77 kW ogni mille abitanti a 5,41. Miglioriamo anche nella raccolta differenziata: a livello nazionale nel 2021 abbiamo differenziato il 61,5% dei rifiuti buttati, una media in aumento di due punti rispetto al 2020 e di tre rispetto al 2019. Tuttavia aumenta anche la quantità di rifiuti che produciamo e torna quasi ai livelli pre-covid: ad ogni abitante corrispondono 526 kg di spazzatura all’anno. Nel 2020 erano 12 kg in meno. I dati rilevati, inoltre, confermano che il nostro sistema idrico causa ancora un enorme spreco di acqua: il 36% dell’acqua immessa nella rete viene dispersa negli impianti di distribuzione e non arriva nemmeno ai nostri rubinetti. I servizi di trasporto pubblico sono in lenta ripresa dopo il tracollo della pandemia, ma il livello di motorizzazione nel nostro paese rimane ancora troppo alto, tra i maggiori in Europa. La media è di 65, 5 auto ogni 100 abitanti. Solo Venezia, Genova e Milano scendono sotto la soglia del 50.
Nel dettaglio: il meridione
Se nella classifica generale le città del sud Italia si posizionano per la maggior parte da metà lista in giù, tuttavia si distinguono rispetto ai capoluoghi settentrionali e centrali nelle classifiche specifiche di alcuni parametri. In particolar modo risultano virtuose per la purezza dell’aria. Nella top ten di città con meno concentrazione di biossido di azoto, 7 su 10 sono del sud, con al primo posto Agrigento. I 10 capoluoghi che non hanno mai superato il limite di concentrazione di ozono nell’aria si trovano tutti al meridione con la sola eccezione di Latina. Sempre al sud si trovano Isernia, Agrigento e Catania, le tre città che consumano meno litri d’acqua pro capite al giorno. Lo stesso vale per Reggio Calabria, Matera e Potenza dove le quantità di rifiutiprodotti all’anno da ogni abitante sono le più basse in Italia. Bisogna però segnalare che sono al centro-sud anche le città agli ultimi posti per presenza nell’aria di polveri sottili(Matera, Isernia e Nuoro). Ritroviamo le ultime due anche tra i capoluoghi con più ozono nell’aria mentre Matera torna con Nuoro tra quelli con più biossido di azoto. Se le città del sud sono virtuose nella produzione di rifiuti, tuttavia non lo sono nel loro smaltimento: Crotone, Palermo e Catania sono le città dove si fa meno raccolta differenziata.
Napoli è all’ultimo posto su 36 grandi città europee nella classifica su mobilità urbana e qualità dell’aria della campagna Clean cities, promossa da ong, associazioni e think tank ambientalisti tra cui Legambiente, Cittadini per l’aria e Kyoto club, transport and environment.
Nel dettaglio: nord e centro Italia
Anche le città del nord e del centro si distinguono in alcuni settori specifici. Prima di tutto la raccolta differenziata: le dieci città più verdi da questo punto di vista sono tutte al nord, con l’unica eccezione di Nuoro che chiude la fila. Settentrionali e centrali sono anche tutti i capoluoghi nella top ten per minore dispersione idrica. In testa c’è Pavia che spreca il 9,7% di acqua nella rete di distribuzione, contro la media nazionale che abbiamo già visto collocarsi sul 36%. Tutta verso nord pende anche la classifica delle città con le maggiori piste ciclabili, con in testa Reggio Emilia, ma al quinto posto spezza la lista Cosenza in rappresentanza del sud. Lo stesso vale per le dieci città con il maggior numero di alberi ogni cento abitanti: un primato tutto settentrionale con l’unica eccezione di Cosenza. Il nord tuttavia è sulla lista nera per incidentalità stradale: Pavia, Genova e Bergamo sono le città in cui il fenomeno è ai peggiori livelli. Dalla panoramica del report emerge un quadro di sviluppo interessante ma non particolarmente soddisfacente. Come segnalato anche dal presidente di Legambiente e dal responsabile del Sistema Urbano, i cambiamenti delle nostre città non sono al passo con l’urgenza imposta soprattutto dalla crisi climatica, dal conseguente riscaldamento globale e, negli ultimi tempi, anche da crisi energetica. Saranno quindi necessarie azioni più muscolari verso la transizione ecologica ed energetica, sia da parte delle amministrazioni locali che da parte del nuovo governo.