Il Thwaites si sta sciogliendo, e come discusso nel corso di un meeting della American Geophysical Union, il rischio è che il collasso possa avvenire in tempi brevi – tre anni, secondo le stime più pessimistiche.
Se così succedesse, l’intero pianeta potrebbe subirne gli effetti:
non a caso il Thwaites è noto anche come “Doomsday Glacier”.
In italiano “doomsday” si traduce in “giorno del giudizio”, e se vi sembra un’esagerazione considerate questo:
stando ai dati raccolti dalla International Thwaites Glacier Collaboration (ITGC), lo scioglimento del ghiacciaio causerebbe un aumento globale del livello dei mari di 65 cm.
Il Thwaites è in ritirata da anni a causa dell’aumento delle temperature:
ogni anno la sua superficie perde circa 50 miliardi di tonnellate di ghiaccio, una misura netta che indica la differenza tra il ghiaccio perso perché sciolto e quello riguadagnato grazie alle nevicate.
Con i suoi 120 km di diametro e 192.000 km quadrati di superficie, in Antartide, è il più grande del mondo:
da solo è più vasto dello stato della Florida, o se preferite un confronto più vicino a noi è più grande di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord messi insieme.
È anche, come e più degli altri ghiacciai del pianeta, una bomba a orologeria il cui conto alla rovescia sta venendo accelerato dal riscaldamento globale.
E i dati esposti durante il meeting e ottenuti dopo anni di studi sulla condizione del Thwaites, sono particolarmente inquietanti.
Secondo Ted Scambos, il coordinatore del progetto ITCG, il ghiacciaio si sta indebolendo, e sempre più spesso la sua superficie è attraversata da fratture che con il tempo si approfondiscono e si allargano;
il rischio è che diventino talmente ampie da spaccare il ghiacciaio nei metaforici mille pezzi, “un po’ come il vetro di una macchina” secondo Scambos:
ci sono zone del ghiacciaio che sono vicinissime al punto di rottura, e nei prossimi anni potrebbero rilasciare centinaia di iceberg nell’oceano antartico.
Il collasso del Thwaites, poi, rischia di causare danni anche ai ghiacciai circostanti, e a portare anche al loro scioglimento:
in questo caso il livello del mare potrebbe alzarsi non “solo” di 65 cm, ma addirittura fino a 3 metri.
Il ritmo a cui stanno avvenendo questi cambiamenti è vertiginoso, come accennato sopra:
tra tre anni potremmo già trovarci a dover fare i conti con il collasso del più grosso ghiacciaio del mondo – sperando che non tenga fede al suo soprannome e non porti con sé il giorno del giudizio.
fonte: Focus 9 gennaio 2022