Nel tempo drammatico del COVID 19 i cittadini europei si sono abituati a veri e propri bollettini di guerra con i numeri dei “ caduti” giornalieri.
Ma ci sono anche altri bollettini di guerra, non meno spaventosi, che però non hanno la stessa attenzione dei mass media
E sono i “caduti” a causa dell’ inquinamento dell’acqua,dell’aria e della terra.
E i dati dell’Unione europea parlano di almeno 412mila persone che in media ogni anno muoiono prematuramente a causa della bassa qualità dell’aria.
Per l’Organizzazione mondiale della sanità questo è uno dei principali fattori di rischio per la salute dell’essere umano, costantemente minacciato da ciò che respira.
Si deve precisare che l’inquinamento atmosferico non va inteso tanto come la causa diretta di una morte, ma piuttosto come un elemento che contribuisce allo sviluppo di diverse patologie mortali.
Certo, non è facilissimo contare le morti per lo smog perché dobbiamo parlare di stime.
Nel grafico in alto si possono vedere le stime legate a due scenari: uno più prudenziale e l’altro un po’ più grave.
Sono divise tra le particelle considerate responsabili dei danni dell’inquinamento atmosferico:
Pm, diossido di azoto e ozono.
La Germania è il paese che, in entrambi gli scenari, conta più morti per inquinamento atmosferico in tutta Europa: 81mila secondo i primi calcoli e oltre 101mila secondo le stime alternative.
L’Italia purtroppo segue a ruota, al secondo posto.
Secondo le stime pubblicate dall’agenzia ambientale europea, il numero dei morti per inquinamento atmosferico potrebbe oscillare tra i 79.820 e i 95.930 dello scenario alternativo.
In particolare nostro Paese nel 2018, insieme con altri cinque – Bulgaria, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania – ha superato il valore limite dell’Ue per il particolato fine (PM 2,5).
Ricordiamo che ai primi di novembre 2019 l’Italia è finita di nuovo nel mirino della Commissione europea per la cattiva qualità dell’aria, proprio con riferimento alle emissioni di particolato PM 2,5 dopo le procedure già avviate contro il nostro Paese per il PM 10 e gli ossidi di azoto.
Bruxelles ha inviato a Roma una lettera di costituzione in mora (e anche alla Croazia per lo stesso motivo), che ha due mesi di tempo per rimediare alle carenze individuate dalla Commissione Ue.
E pochi giorni dopo, la Corte di giustizia Ue ha condannato l’Italia per aver violato “in maniera sistematica e continuativa” i valori massimi di concentrazione di PM 10 nell’atmosfera, in diverse zone dello Stivale (tra cui: Pianura Padana, agglomerati urbani di Milano, Roma, Torino, Padova, Verona), a partire dal 2008-2009 fino a oggi.( il 2020 ha prodotto dati migliori, ma non per un cambiamento strutturale, ma solo per il blocco delle attività dovuto alla pandemia)
I dati si riferiscono all’Air Quality Europe 2019 – stime sulle vittime su dati 2016
Uno stato che sia tale dovrebbe smettere di ignorare quanto accade e cominciare ad adottare decisioni e legislazioni conseguenti .
Fonti: Unione europea-Agenzia ambientale europea
-truenumbers.