Allora prendetevi 2 minuti, perché facciamo il punto sul problema delle scorie nucleari in Italia, se vi va.
E’ argomento complesso per cui dovrò essere un po’ più lungo dei soliti 6 righi
In questi giorni si e’ parlato molto del sito che si dovrà scegliere in Italia per stoccare i rifiuti nucleari italiani
Ma ho la sensazione, dal livello del dibattito, che non sia chiaro a molti ne’ di cosa si parla, ne’ dello status quo’, ne’ della prospettiva ..
Provo a fare un po’ di ordine
Allora in Italia abbiamo 2 tipi di rifiuti nucleari
1.)E’ rappresentato da i rifiuti ad alta Attivita:
cioè quelli composti da rifiuti delle ex centrali nucleari italiane ( sotto forma di barre di combustibile nucleare esaurite e altre scorie) che hanno bisogno di millenni per la loro inertizzazione.
2)Rifiuti a bassa attività:
sono quelli che derivano da utilizzo di apparecchi sanitari per diagnostica ( radiografie/ tac ecc ecc ) e da sorgenti radioattive .Per questi servono circa 300 anni per la loro inertizzazione .
Ora chiariamo che i rifiuti nucleari non sono riciclabili .
L’unico “ riciclo” ad oggi e’ quello
ILLEGALE da parte di mafie e delinquenti vari che li sotterrano e abbandonano sul territorio in discariche abusive.
Quindi questi rifiuti possono essere solo stoccati in luoghi sicuri
I primi( quello a alta attività) devono essere stoccati in depositi geologici sotto terra ( scelti in aree con caratteristiche geologiche stabili e con precise caratteristiche di rocce e in assenza di rischi idrogeologici )
Questi siti NON VERRANNO REALIZZATI in Italia ma all’estero .
I secondi dovrebbero essere stoccati in depositi sicuri, in aree in assenza di rischi potenziali geologici e idrogeologici, preventivamente “ condizionati “, cioè “ inscatolati” in contenitori di cemento .
Dico “ dovrebbero “ perché ad oggi non sappiamo bene questi rifiuti dove siano andati ..
Dato che fino al 12 agosto del 2020 in Italia non c’era un obbligo di “ tracciare “ questo tipo di rifiuti da parte di chi li produceva.
Da allora ad oggi questi rifiuti sono stoccati in più di 70 comuni italiani che li ricevono in cambio di “ compensazioni “ :
ma sicuramente in maniera non sempre necessariamente adeguata alla pericolosità degli stessi e spesso senza che i cittadini lo sappiano …
Ultimo dato :
abbiamo circa 30.000 m3 di rifiuti radioattivi in Italia di cui il 54% e’ costituito da rifiuti ad alta attività e il rimanente il 46% di rifiuti a bassa e media attività .
La UE obbliga l’Italia da anni giustamente a trovare una soluzione per mettere in sicurezza questa situazione
Ragione per cui lo stato FINALMENTE una settimana fa’, dopo anni di ricerche, ha individuato 67 siti possibili in 7 regioni (Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna).
Se ne dovrà scegliere solo UNO .
Su scelta consapevole e volontaria da parte dei comuni che sono parte dei 67 siti sicuri individuati
Ci sarà circa un anno di tempo per farla .
In maniera chiara e trasparente ( non come avviene invece ora…)
Troppe prese di posizione in queste ore, basate su ignoranza e cavalcando le paure legittime dei cittadini su temi così complessi, appaiono molto “ pelose” e populiste .
Non utili all’ambiente, anche se fatte in suo nome.
E’ una scelta corretta quella che saremo chiamati a fare, con la necessità di essere finalmente davvero un paese serio e consapevole sull’ambiente e sulla reale sicurezza dei cittadini/e .
R.B.