Il termometro nell’ingresso di casa domenica scorsa segnava i regolamentari 19 °C.  

 

Provvisto di autocertificazione sono uscito.  

A Firenze alle 12,30 la temperatura dell’aria era di 20 °C.  

 

Un po’ più alta di quella delle prime foglie che timidamente si affacciano in questo inizio di primavera.

Loro, infatti, hanno una temperatura di 18 °C.

Traspirano e attraverso il processo di evaporazione, si raffreddano.

Passeri, colombi e cornacchie che da quando non ci sono più persone per strada sono tornati ad accapigliarsi per gli sparuti semini del prato, hanno una temperatura di 40 °C.

È una bella fortuna:

una temperatura corporea così alta li aiuta a mantenere lontano le infezioni.

La lucertola, immobile sul muretto, approfitta del sole per aumentare la temperatura del suo corpo.

È un organismo ectotermico, ossia ha la stessa temperatura dell’ambiente e quando, come domenica, c’è un bel sole ne approfitta per riscaldarsi e aumentare la velocità delle proprie reazioni chimiche interne.

Sparky, il cane di mia zia, che la fissa con interesse ha invece una temperatura corporea di circa 39 °C.

Il pesce rosso che nuota nell’acqua della vasca è ectotermico come la lucertola lì accanto, ma a differenza di quest’ultima non può riscaldarsi al sole ed è quindi del tutto dipendente dalla temperatura dell’acqua che a sua volta soggiace alla temperatura dell’atmosfera.

Insomma, la temperatura è importante.

Molto importante.  

La fisica, la chimica, la biologia del nostro Pianeta dipendono dalla sua temperatura.

 

  Tutto cambia quando la temperatura cambia.

Anch’io ho la mia temperatura.

Domenica era da manuale: 36,5 °C.

L’ho misurata poco prima di uscire come faccio spesso da quando il virus ha iniziato a circolare.

  Finché rimarrà sotto ai 37,5 °C non ho nulla di cui preoccuparmi.

Al di sopra bisogna che stia attento, dicono gli esperti.

Un solo grado centigrado fa la differenza fra l’essere sano (magari asintomatico, ma comunque sano) e il rischiare le conseguenze più pericolose del contagio.

Un solo grado per tantissimi infettati dal virus, oggi, può fare tutta la differenza del mondo.   Un solo grado cambia tutto.

E allora, perché si lascia che la temperatura del Pianeta aumenti a causa delle attività umane senza che siano prese delle serie contromisure?

È aumentata di oltre due gradi centigradi dall’inizio del secolo scorso e continua ad aumentare in media di 0,2 °C per decade.

La cosa ha, ovviamente, delle conseguenze.

Alcune le stiamo già vivendo, molte altre e peggiori arriveranno.

È anni che gli scienziati, unanimi, avvertono di questo pericolo.

Inascoltati.

Si sarebbe portati a credere che uno degli esiti dell’attuale pandemia debba riguardare un rafforzamento della voce della scienza.

Qualora ciò fosse vero le previsioni riguardo alle conseguenze del riscaldamento globale potrebbero essere recepite con l’attenzione che meritano.

Ma sarà davvero così?

In tanti assicurano che l’emergenza sanitaria ci cambierà per sempre.

Che “nulla sarà più come prima” lo si ripete come un mantra.

 

Ma la nostra specie è di memoria cortissima:  

 

abbiamo superato ben altro e tutto è rimasto identico a prima.  

 

Sarà così anche questa volta.

E qualora qualcosa cambiasse auguriamoci che non sia in peggio.

  Il primo ministro ceco Andrej Babis si è affrettato a chiedere all’Ue che l’appena annunciato piano per ridurre del 50% le emissioni di carbonio dei 27 Paesi dell’Unione Europea entro il 2030, sia cancellato a causa dell’emergenza economica conseguente all’epidemia.

 

  Mi auguro non venga preso sul serio, ma chi può dirlo?

  Sono in tanti a ritenere che l’inevitabile contrazione dell’economia che seguirà alla pandemia renderà più difficile qualunque tipo di conversione pulita delle nostre attività produttive.

 

Si teme che la difficile situazione economica diventerà per le aziende il pretesto per continuare come prima.

Dobbiamo evitarlo.

Anche a fronte delle morti e della sofferenza causata da questo virus, è importante avere chiaro che non c’è al momento emergenza più grave di quella del riscaldamento globale.

 

Come per il virus anche per il riscaldamento globale a pagarne le conseguenze saranno prima le fasce più vulnerabili:

 

poveri, anziani, senzatetto, detenuti, lavoratori precari, ma poi, inevitabilmente tutti ne saranno colpiti.

Come ha magistralmente sintetizzato papa Francesco pochi giorni fa nel deserto di piazza San Pietro, pensavamo di rimanere sani in un mondo malato.

E invece.  

STEFANO MANCUSO

botanico, docente e saggista italiano che insegna arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Firenze. É membro del l’Accademia dei Georgofili, membro fondatore della Société internationale pour le signalement et le comportement des plantes e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale[1].

Tratto da Repubblica  del 31|03| 2020
Ps
La vignetta e’ esplicativa
Quelle piccole sono le curve di impatto del covid19 …
quelle dietro gli scienziati sono del GlobalWarming..chiaro?
Assolutamente reale….
Guardatelo:
‪https://youtu.be/gVW22fzMJ-Q

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