I Rain Gardens (denominazione difficilmente traducibile in Italiano) sono sistemazioni a verde, o determinate parti di esse, caratterizzate da suolo depresso e nelle quali le acque piovane provenienti da superfici impermeabili defluiscono.
In ambiente urbano possono essere realizzati in corrispondenza di strade, piazze, marciapiedi e all’interno di parchi.
Grazie alla loro elevata funzione estetica, è possibile trovarli anche all’interno di giardini e spazi privati.
I primi Rain gardens erano delle vere e proprie zone di accumulo, assorbimento e ritenzione di acqua piovana creati per simulare e mantenere le consuete condizioni di ciclo idrogeologico in territori naturali che venivano antropizzati.
Successivamente, intorno al 1990, si cominciò a farne uso anche in aree residenziali come elemento di arredo urbano quando Dick Brinker, un architetto statunitense che stava progettando un complesso di abitazioni a Prince George’s County in Maryland, ebbe l’idea di rimpiazzare i metodi tradizionali di smaltimento delle acque reflue con dei Rain Gardens (chiamati inizialmente Aree di Biofiltrazione).
Visti i risultati positivi per funzionalità, estetica e costo, l’idea fu presentata a Larry Coffman, del Dipartimento delle Risorse Ambientali e in seguito furono compiuti diversi esperimenti i cui esiti furono pù che soddisfacenti:
a Somerset, un quartiere di Washington, furono creati numerosi giardini pluviali per un costo di installazione di circa 100.000$ contro i 400.000$ che si sarebbero spesi nel caso di costruzione di cordoli, marciapiedi e canali di scolo, facendo quindi risparmiare una notevole somma di denaro e riuscendo a ottenere una riduzione del deflusso superficiale del 75‐80% 2.
Visto da fuori, un rain garden si presenta come un attraente giardino.
Può servire come habitat per diverse specie di uccelli o insetti, quali api e farfalle,
può servire come semplice abbellimento di un giardino
o può essere incorporato in uno spazio più grande (ad es. un parco) come zona funzionale o di confine (NELLA FOTO IL PARCHEGGIO DELL’ARBORETO DELLA CORNELL UNIVERSITY PROGETTATO IN MODO DA FAR DEFLUIRE LE ACQUE IN UN RAINGARDEN)
Tratto da:
Arboricoltura e Urban Foresty di Francesco Ferrini